5 cose da vedere a Noto
Porta Reale
Il modo migliore per entrare a Noto è passare attraverso la Porta Reale, ingresso monumentale simile a un arco di trionfo, posto all’inizio di Corso Vittorio Emanuele. La porta, in stile neoclassico (non barocco) venne eretta intorno al 1840, in occasione della visita del Re Ferdinando II di Borbone e seguendo il progetto del napoletano Orazio Angelini. Presenta due lesene con capitelli corinzi, e all’interno del fornice è possibile osservare i due stemmi della città di Noto e della famiglia dei Cannicarao, che finanziò e promosse la costruzione della Porta. Al di sopra di essa si trovano tre statue, ovvero una torre (simbolo di dominio e forza), un pellicano (tradizionale simbolo di abnegazione, in questo caso del popolo nei confronti del re) e un cirneco (razza canina siciliana, simbolo di fedeltà).
Palazzo Ducezio
Sede del Municipio, il Palazzo Ducezio prende il nome dal fondatore della città. Progettato nel 1746 da Sinatra, fu terminato solo nel 1830. Il piano inferiore si presenta con un porticato classicheggiante costituito da arcate con colonne con capitelli ionici. Il primo piano, costruito nel 1951, ha invece un’elegante balconata. All’interno è notevole la Sala degli Specchi, di forma ovale (perché prima utilizzata per rappresentazioni teatrali, ma oggi salone di rappresentanza) con mobili in stile Luigi XV e grandi specchi scolpiti dall’avolese Sebastiano Dugo. Nella volta della sala il pittore Antonio Mazza (XVIII sec.) rappresentò la fondazione di Noto a opera del condottiero siculo Ducezio.
Cattedrale
È dedicata a San Nicolò e risale al XVIII. La facciata è su due ordini di colonne corinzie, ornata con statue e fiancheggiata da due campanili gemelli; l’interno invece è a tre navate con cupola (alta 76 metri) e cappelle laterali. Custodisce numerose opere d’arte e l’urna argentea contenente le spoglie mortali di san Corrado Confalonieri.
Il terremoto del 13 dicembre 1990 provocò alcuni danni strutturali, che provocarono, insieme ad alcuni difetti costruttivi, il crollo della cupola, dell’intera navata destra e di quella centrale (ovvero un’area di 1000 mq) il 13 marzo 1996. La Chiesa è stata riaperta al culto solo nel 2007, dopo un restauro operato da maestranze locali, mentre nel 2009 si è dato avvio a una nuova decorazione pittorica. Nel 2011 è stato inaugurato il grande affresco della cupola raffigurante la Pentecoste, opera del pittore russo Oleg Supereko.
Palazzo Nicolaci (dei Principi di Villadorata)
Questo straordinario edificio risale al XVIII secolo e rappresentava la residenza nobiliare urbana della famiglia Nicolaci (che oggi ne possiede solo un’ala, dove dimora, mentre il resto è stato ceduto al Comune di Noto). Il suo stile è puramente barocco; esternamente è caratterizzato da diverse balconate, dalle magnifiche decorazioni (tra cui sirene, sfingi, ippogrifi, cavalli alati) e dalle inferriate ricurve. All’interno è costituito da circa 90 stanze, alcune delle quali riccamente decorate, come il Salone delle Feste. Inoltre, una parte dei locali a pianterreno accoglie la Biblioteca Comunale, fondata nel 1817, che contiene anche i libri, i volumi e i manoscritti (in latino e spagnolo) donati dal principe di Villadorata.
Teatro comunale Vittorio Emanuele
Venne inaugurato nel 1870 e dedicato a Salvatore La Rosa, l’Intendente che lo aveva fortemente voluto nel periodo di maggior prestigio della città (era infatti diventata Capoluogo – al posto di Siracusa – e Diocesi). Solo in seguito alla morte di Vittorio Emanuele II (1878) venne intitolato al re.
Esternamente il prospetto è in stile liberty e presenta una grande statua in pietra calcarea raffigurante l’allegoria della Musica, opera dello sculture Giuliano Palazzolo.
Ha una capacità di 320 posti a sedere e una galleria con 80 poltrone.
Il teatro fu il centro dell’attività culturale di Noto per molti anni, poi decadde e fu restaurato solo dopo la Grande Guerra. Nuovamente trascurato e in seguito al crollo della volta nel 1958 subì diversi restauri, fino alla nuova inaugurazione nel 1997 e l’avvio di regolari stagioni teatrali.